Una “riflettanza equivalente” per coperture ventilate in laterizio

Ventilazione sottomanto e permeabilità all’aria rendono i manti in laterizio “naturalmente” dotati di una “riflettanza equivalente”, in grado di limitare le temperature delle coperture a vantaggio di energia e ambiente

Introduzione
Questo articolo riporta i risultati delle attività di ricerca, a livello sperimentale e analitico, condotte al fine di esprimere, attraverso un indicatore sintetico denominato “riflettanza equivalente” (Re), la capacità dei manti ventilati in laterizio di limitare le temperature raggiunte dalla copertura quando sottoposta a elevato irraggiamento solare. Tale prestazione nasce dalla efficace sinergia tra le proprietà termiche dei materiali componenti e la configurazione tecnologica delle coperture ventilate in laterizio: la presenza della ventilazione sottomanto, la permeabilità all’aria degli elementi discontinui (tegole, coppi), nonché le proprietà termiche (conducibilità e capacità termica) e radiative (emissività1, riflettanza2) che caratterizzano le tegole in laterizio. L’attività di ricerca nasce in riposta ai recenti dispositivi normativi (D.M. 26/06/2015 “requisiti minimi”3 [1], D.M. 24/12/2015 s.m.i. “criteri ambientali minimi” [2]) e alle richieste dei protocolli ambientali di certificazione di edifici (LEED, ITACA, ecc. [3-4]) in merito all’utilizzo di manti di copertura capaci di limitare l’effetto isola di calore. Richiesta che viene tradotta nell’utilizzo di materiali con specifiche proprietà radiative per la realizzazione dei manti di copertura degli edifici. In particolare, questi suggeriscono, direttamente o indirettamente, l’uso di materiali “a elevata riflettanza” sia per il miglioramento del comfort interno estivo che per la riduzione del fenomeno “isola di calore urbana”, indipendentemente dal basso livello di trasmittanza termica richiesto oggi ai componenti edilizi – che potrebbe limitare l’efficacia di tale strategia – e anche dalla possibilità di scelte tecnologiche e progettuali differenti.
L’uso di materiali edilizi a elevata riflettanza (materiali “cool”), tipico di contesti costruttivi di origine anglosassone, si è notevolmente diffuso negli ultimi decenni anche in un panorama costruttivo – e climatico – molto diverso come il nostro [5]. Quando esposti alla radiazione solare, tali materiali sono in grado di raggiungere temperature più basse rispetto a materiali analoghi ma con minore riflettanza e conseguentemente trasferire un ridotto quantitativo di calore all’aria circostante [6-8]